Casa Divina Provvidenza, in vendita suoli della “cittadella” di Don Uva
Vendesi suoli dell’ex Casa della Divina Provvidenza. La “cittadella” fondata da don Pasquale Uva circa un secolo fa viene ridimensionata con l’alienazione di aree immobiliari non strategiche per l’attuale attività aziendale della società Universo Salute subentrata nella gestione dell’Opera sanitaria ed utili a monetizzare capitali per continuare a far fronte al risanamento debitorio dell’Ente ed al suo rilancio. Il relativo bando è in corso di pubblicazione, come preannuncia l’avv. Bartolo Cozzoli, Commissario Straordinario dell’ex Casa Divina Provvidenza, di nomina ministeriale. Egli il 1 ottobre scorso ha terminato il monitoraggio (previsto dalla normativa) sull’attività di Universo Salute – Opera Don Uva Srl, acquirente dei complessi aziendali della Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza in Amministrazione Straordinaria (ai sensi della c.d. Legge Marzano) e sul rispetto degli obblighi contrattuali assunti.
Per la prima volta, dopo decenni, l’azienda ha chiuso il bilancio realizzando utili. Ora al centro dell’attenzione balza la messa in vendita di ampie aree che si affacciano sul lungomare che fanno sicuramente gola ai privati. Come saranno “riconvertite” tali aree, considerato che sono ubicate in un’area turistica? Al momento le previsioni urbanistiche vigenti del Piano Regolatore Generale del Comune di Bisceglie le bloccano come aree attrezzate per uso collettivo. Ma in seguito una eventuale “variante” al PRG potrebbe far avvicinare lo spettro del cemento.
La questione epocale, dunque, diventa prettamente politica per sfruttare quel patrimonio immobiliare che vedrà abbattere parte del muro perimetrale dell’ex manicomio. Ovvero il Comune, avvalendosi forse del diritto di prelazione, potrebbe scendere in campo per acquistare tali aree, magari per sviluppare progetti alternativi, onorando così la bistrattata memoria di don Uva e smorzando gli appetiti dei privati. Gli esperti dicono che il bilancio comunale è sano e che si potrebbe osare.
LUCA DE CEGLIA