Spina torna su Baywatch: un’associazione che fa attività con fondi comunali

Nuovo capitolo della vicenda che riguarda l’associazione Baywatch di Bisceglie. A chiamarla in causa, ancora una volta, il Consigliere comunale di opposizione Francesco Spina:

«Ecco l’inno alla legalità che giornalmente canta l’amministrazione Angarano: Contributo di 10 mila euro all’associazione riferibile al Consigliere delegato alle Spiagge Innocenti: Baywatch ritira la sua dichiarazione di inizio di attività commerciale protocollata in data 28 luglio (dopo la mia richiesta di accesso agli atti) e rigettata dal dirigente Losapio per irritualità della forma usata. Dopo 19 giorni dalla comunicazione del 1 agosto di irricevibilità della dichiarazione di inizio di attività’ commerciale, il colpo di scena: l’associazione riferibile al consigliere Piero Innocenti, folgorata sulla via di Damasco, si accorge e decide unilateralmente che quella dichiarazione fatta irritualmente non serve al Comune, perché era stata dichiarata una cosa falsa e sbagliata (udite udite) perché “la domanda è stata presentata per un eccesso di zelo e seguendo un consiglio errato di alcuni addetti ai lavori”. …”le persone che usufruiscono di pedalò e canoe possono lasciare a Baywatch un contributo…”.

La dichiarazione è datata 19 agosto, cioè a fine estate, ma chi ha pagato quello che è stato richiesto lo ha fatto (così dice Baywatch) non come prezzo commerciale, ma come contributo associativo (una specie di quota riservata ai soci). Intanto, la scia inviata è’ stata rigettata per carenze formali e l’attività di noleggio delle canoe e pedalò è avvenuta pagando denaro. Ma al Comune Angarano e il “puntiglioso” assessore alle Attività Produttive Naglieri non si sono preoccupati di verificare e accertare gli effetti della mancanza di autorizzazioni, ma stanno procedendo a liquidare il contributo di 10 mila euro.

Morale della favola: se non fosse stata l’associazione del Consigliere delegato alle Spiagge, che avrebbe dovuto fare i controlli per conto del comune, sarebbe stato possibile esercitare un’attività che, per quanto meritevole, viene fatta con fondi comunali dei cittadini senza rispettare le norme autorizzatorie di legge?»

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